L’ira del filosofo Agamben: “In Italia c’è stato un golpe”

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Sugli intellettuali italiani è meglio non parlare, perché è vergognoso. Io credo che bisogna rendersi conto che in Italia è stato attuato, con il pretesto del terrore sanitario, un vero e proprio colpo di Statogestito dalle stesse autorità del Paese. Tutti i principi del diritto, e anche della convivenza politica, sono stati fatti saltare uno dopo l’altro. Abbiamo lo stato di emergenza invece della legge. Abbiamo l’informazione imposta invece del libero dibattito. La tecnica invece della politica. Abbiamo la distanza, il sospetto e la discriminazione invece della solidarietà della convivenza. Insomma: i principi della convivenza e del diritto sono venuti meno.

Il green pass non significa libertà

Mi pare che stiano cambiando l’idea stessa di libertà e l’idea stessa di diritto. Due esempi semplici: primo, il green pass. Il green pass fa parte di quel modello politico chiamato “libertà autorizzate”. Di cosa si tratta? L’autorizzazione di un diritto è un atto che non concede nuovi diritti, ma autorizza l’esercizio di quelli già esistenti. Come la libertà di uscire di casa, andare al ristorante o prendere il treno. Diritti elementari che adesso hanno bisogno di una autorizzazione per essere esercitati. Ed è qui che si vede la cecità delle personeche pensano che il green pass sia un principio che garantisce la libertà quando la libertà autorizzata non è più una libertà, in quanto può essere revocata da chi ha dato l’autorizzazione.

Cancellata la certezza del diritto

L’altro punto riguarda la natura stessa del diritto. Per definizione il diritto deve essere certo: non esiste legalità senza certezza del diritto. Ora, se invece, come sta avvenendo, il governo interviene ogni 15 giorni su un problema, cambiando continuamente le regole, non c’è più legalità. Questo fenomeno non rientra nella legalità. Un diritto incerto non è un diritto. È un cambiamento enorme perché la gente si sta abituando. Per vivere, rispettando la legge, occorre che i cittadini sappiano quale è la legge e che questa sia stabile. Altrimenti si cade in uno stato di illegalità.

Il colpo di stato

Questi due concetti sono importanti. Siamo entrati in questo colpo di stato, che è già avvenuto. Cambieranno il nostro concetto di libertà e di diritto. In fondo questo modello che fa emergere una situazione illegale insieme a quella legale, l’assenza di norme accanto alle norme, è quello che gli studiosi definivano lo stato nazista. Cioè uno stato duale: da una parte sembra che lo stato sia ancora operativo, mentre dall’altro emergono nuovi poteri esterni che poi sono quelli che in realtà decidono.

La cecità delle persone [sulla falsa libertà delle persone] procede insieme all’informazione imposta. Il governo tra i vari decreti legge ne ha emanato anche uno che finanzia i giornali che pubblicano le informazioni del governo sul coronavirus. Tutti i giornali hanno preso questi fondi. Credo che un giorno gli storici guarderanno a questo momento come un momento della storia in cui i giornalisti hanno dato prova della più vergognosa e infame complicità con l’amministrazione pubblica.

Giorgia Agamben, IV Congresso dell’Associazione Radicale Diritti alla Folliadel 13 novembre

Per una critica politico-giuridica del lasciapassare

Non si tratta di prendere posizione in favore o contro il green pass, o in favore o contro la vaccinazione obbligatoria; si tratta, più precisamente, di esercitare quel senso critico e quella libertà di pensiero che appare necessaria affinché una società possa continuare a dirsi viva e democratica.
Si ricorda, ancora una volta, che lo Stato non ha resa obbligatoria la vaccinazione poiché la scelta sarebbe stata molto probabilmente contraria alla costituzione (Corte Cost. 22 giugno 1990 n. 307; Corte Cost. 23 giugno 1994 n. 258; Corte Cost. 18 gennaio 2018 n. 5), trattandosi di un vaccino che ancora non ha finito il suo corso di sperimentazione e che può recare danni, anche gravi, a chi lo riceve, come riconosciuto dallo stesso art. 3 del dl 44/2021.
Però lo Stato ha voluto egualmente ottenere il medesimo risultato, e lo ha fatto con lo strumento indiretto del green pass, che da un lato ha indotto grandissima parte dei cittadini a vaccinarsi per non essere esclusi dalla vita sociale, e dall’altro ha consentito parimenti allo Stato di non assumersi alcuna responsabilità in punto di vaccinazione, in quanto atto formalmente non obbligatorio e rimesso alla libera scelta di ognuno.
Il green pass trova la sua regolamentazione in decreti legge, e ad oggi si contano ben sei decreti leggi in materia (dl. 52, 105, 111, 122, 127 e 139 del 2021). È evidente che se lo Stato, invece di dare disciplina normativa ad un fenomeno, interviene su quel fenomeno ogni 15 giorni/un mese, quel fenomeno non risponde più ad un principio di legalità, perché di fatto è invece rimesso alla libertà del potere pubblico, che si attribuisce il diritto di cambiare le regole in ogni momento.
Da precisare, poi, che l’estensione del green pass al lavoro, alle università, alla magistratura, non ha eguali in nessun paese d’Europa.
Inoltre la vaccinazione attiene ad un facere irreversibile, cosicché doveva apparire conforme a buon senso non porre doveri di fare irreversibili con provvedimenti instabili quali sono i decreti legge, in quanto gli obblighi di fare irreversibili non hanno alcuna possibilità di sottostare alla retroazione della decadenza a fronte di una eventuale mancata conversione in legge del decreto da parte del Parlamento.
Il Parlamento, infatti, non è stato preso in nessuna considerazione, e ciò nemmeno nel momento della conversione dei decreti leggi, che sono avvenuti e avvengono sempre su fiducia governativa, e quindi con l’impedimento di ogni discussione.
Ed ancora, gli ultimi decreti legge, ovvero i decreti leggi da quello del 23 luglio 2021 n. 105, non hanno più fatto nemmeno riferimento alla situazione sanitaria, ne’ ad avvisi del comitato tecnico scientifico del dipartimento della Protezione civile per giustificare la necessità ed urgenza.
Addirittura, gli ultimi decreti legge hanno previsto una loro entrata in vigore differita nel tempo.
Ad esempio, il dl. 105/2021 del 23 luglio è entrato in vigore il 6 agosto, il dl. 111/2021 del 6 agosto è entrato in vigore il 1° settembre, il dl. 122/2021 del 10 settembre è entrato in vigore il 10 ottobre, e infine il dl. 127/2021 è entrato in vigore il 15 ottobre 2021; e come si possa coniugare l’urgenza con il differimento dell’entrata in vigore di un decreto, non è dato capire.
È stato poi soppresso il segreto medico (art. 17 bis dl 27/2020), è stata soppressa la riservatezza dei dati personali tra cittadini e Stato (art. 9 dl. 139/2021), e oggi così lo Stato può acquisire ogni informazione di ogni cittadino determinando unilateralmente la finalità del trattamento, anche in assenza di una legge che lo preveda.
Sono stati dati contributi pubblici a emittenti televisive e radiofoniche che si rendessero oggetto di messaggi di comunicazione istituzionale del Governo (DM 12 ottobre 2020).
È stata fatta una legge chiamata di “scudo penale” (dl. 44/2021) con la quale si è previsto che nessuno, e non solo i medici, passano incorrere in responsabilità penale per morte o lesioni dei vaccinati quando l’uso dei vaccini sia stata conforme ai protocolli istituiti; e da quel momento i morti per vaccino sono così diventati invisibili, un fatto giuridicamente inesistente, sul quale non vale la pena fare indagini, perché non si fanno indagini per fatti che non costituiscono reato.
Infine, la traduzione italiana della legge del Parlamento europeo 15 giugno 2021 n. 953, in punto di divieto di discriminazione diretta o indiretta tra persone vaccinate e non vaccinate non conteneva, stranamente, l’inciso “che hanno scelto di non vaccinarsi” (ou ne souhaitent pas le faire); inciso poi, a seguito di proteste, inserito successivamente il 5 luglio 2021 nella Gazzetta Ufficiale per lo Stato italiano, ma non accorpata in correzione nel testo originario della legge.
Dunque, a fronte di queste circostanze, si tratta, soprattutto, tutti, vaccinati e non vaccinati, di vigilare affinché le regole della nostra costituzione, e i delicati equilibri tra i poteri dello Stato, soprattutto nei rapporti con i cittadini, non si alterino oltre i limiti consentiti.
Piero Calamandrei, sulla rivista Il Ponte nel 1945 scriveva: “La giustizia sociale non è pensabile se non in funzione della libertà individuale”; e v’è da chiedersi se noi ancora viviamo in una società in cui l’uomo e la sua libertà sono messi al centro del sistema.

di Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, Giuliano Scarselli

(Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 3 novembre 2021)

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COMPLOTTISTA PROPRIO NO, MA DISSIDENTE SÌ

Qualcuno mi ha già manifestato chiaramente il suo fastidio sul fatto che faccio tutti i giorni post sul tema covid, altri lo pensano, ma non me lo dicono. Per me questa è una battaglia politica che cerco di portare avanti con la corretta informazione e, essendo questa una pagina personale, credo di poter anche dire la mia senza mai offendere nessuno. Per contro, nel corso dei mesi sempre più persone mi hanno manifestato la loro vicinanza e non poche mi hanno anche confessato che la mia presa di posizione le aiuta a sopportare la pressione del loro ambiente sociale. Anche per questo ha un senso continuare su questa strada, dobbiamo resistere in nome delle libertà costituzionali. La ragione è dalla nostra parte e ogni giorno che passa i supporter del governo dei migliori devono arretrare sulle loro posizioni che sono speciose, interessate, quand’anche anche palesemente contraddittorie. Vediamone alcune:
– A giugno la Comunità Europea comprò un botto di dosi di vaccino del ceppo originario ed era già dominante la variante delta. Però la colpa è dei no-vax.
– A luglio la Comunità Europea e i governi nazionali si ritrovarono con 3 miliardi e 600 milioni di dosi acquistate e un altro miliardo opzionate da produttori (tipo Sanofi) che ancora non sapevano dire con precisione quando sarebbero stati in grado di mettere sul mercato il prodotto. Ma la colpa è dei no-vax.
– Hanno dovuto modificare il Regolamento europeo sui vaccini per poterli fare rientrare in questa categoria, perché sono anche ogm (organismi geneticamente modificati). Però la colpa è dei no-vax che li chiamano sieri genetici.
– Fino a luglio media e politici ripetevano e rassicuravano tutti che con due sole dosi si sarebbe rimasti immunizzati per sempre. Poi si cominciò a parlare di terza dose, e ora di quarta; poi il concetto di immunizzazione ebbe un “collasso” semantico per cui prima significava immunizzato, poi contagiato ma asintomatico, poi contagiato ma non grave, infine: “ti può capitare di tutto”. Però la colpa è dei no-vax che avanzano delle perplessità.
– Lo Stato si è dimenticato di dire nei consensi informati che si trattava di terapie geniche sperimentali. La stessa dimenticanza l’hanno avuta i media, e tutti lor signori a dire: “hanno fatto tutta la sperimentazione necessaria”. Certo, anche col piccolo chimico in due ore puoi fare una sperimentazione. Insomma, le linee guida di FDA e EMA parlano di almeno 5 anni di follow up e 10 di farmacovigilanza attiva (FDA), o tutto il tempo ulteriore che necessita (EMA). Sui protocolli infine si trova scritto fine 2022 per moderna e dicembre 2023 per pfizer. Però la colpa è dei no-vax che dicevano che la sperimentazione richiede tempi lunghi.
– Fin da subito migliaia di medici espressero le loro serie, argomentate e preoccupate perplessità sul protocollo della “tachipirina e vigile attesa”, tanto che una famosa organizzazione di medici andò per vie legali per farla sostituire. Alla fine dopo molto, troppo, tempo e dopo tantissimi morti, questo improvvido protocollo è stato modificato. Però la colpa è dei medici no-vax che da subito criticarono tale scelta.
– Sugli effetti avversi la situazione è in divenire, ogni poco ne esce uno nuovo e la conta di tutto aumenta sempre più. Tutti a dire: “ogni farmaco ha effetti collaterali”. Certo, però di quelli sperimentati li conosciamo già tutti e possiamo valutare, di questi li scopriamo strada facendo. Chi ha fatto il vaccino a febbraio, marzo e aprile non poteva sapere che due degli effetti avversi gravi erano la miocardite e la pericardite. Magari per un cardiopatico averlo saputo poteva fare una abissale differenza. Ma non si sapeva e, quindi, i cardiopatici si sono pinzati tranquillamente. Ma la colpa è dei no-vax che richiamavano alla cautela.
– il governo opera sbrigativamente tramite decreti legge, quindi nessuna discussione con la cittadinanza, né col parlamento e le parti sociali (sì lo so che sono tutti allineati, ma almeno un po’ d’apparenza!); adesso si sta apprestando ad imporre definitivamente un siero genetico sperimentale, obbligando così i cittadini a mettersi al rischio di effetti avversi gravi, quando non addirittura fatali; imponendo addirittura il tipo di farmaco (perché non dare la possibilità di curarsi con il plasma iperimmune, ad esempio?), nonché la marca del farmaco (perché per forza pfizer o moderna? Perchè non ammettere anche vaccini già in uso e testati su più di un miliardo di persone e fatti col sistema tradizionale a virus inattivo?. Anche qui, la colpa è di quei facinorosi di no-vax che scendono a manifestare pacificamente in nome di una Costituzione che, sembrerà strano, dà loro totalmente ragione.
– La FDA, l’ente americano del farmaco, ha chiesto al giudice di secretare i documenti sul Pfizer fino al 2076. Però sono i no-vax ad essere complottisti.
Ecco, io non sono no-vax, ne ho fatti 23 di vaccini, e non sono un complottista sono, in termini puramente tecnici, un dissidente. Dissento da questo modo di fare politica e da questo modo gregario di far parte della società. E se la mia posizione rappresenta un monito a tutti coloro che supinamente accettano questa situazione, il problema è tutto e soltanto loro.
Nella foto il giocatore della Fiorentina e partigiano Bruno Neri all’inaugurazione dello stadio di Firenze, nel 1931, in cui prima dell’inizio della partita si rifiuta di fare il saluto romano. Non tutti possiamo o dobbiamo avere il coraggio di un Bruno Neri, ma è a persone come lui che dobbiamo ispirarci, sempre.
Paolo Fabiani
da Facebook 21.11.2021

Il lasciapassare e la società del controllo

Mi soffermerò soltanto su due punti, che vorrei portare all’attenzione dei parlamentari che dovranno votare sulla conversione in legge del decreto.
Il primo è l’evidente – sottolineo evidente – contraddittorietà del decreto in questione. Voi sapete che il governo con un apposito decreto-legge, detto di “scudo penale”, n.44 del 2021, ora convertito in legge, si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dai vaccini. Quanto gravi possano essere questi danni risulta dal fatto che l’art.3 del decreto menziona esplicitamente gli art.589 e 590 del codice penale, che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.
Come autorevoli giuristi hanno notato, lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la fase di sperimentazione e tuttavia, al tempo stesso, cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi, escludendoli altrimenti dalla vita sociale e, ora, con il nuovo decreto che siete chiamati a votare, privandoli persino della possibilità di lavorare.
È possibile immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi, quando è lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze – ricordate la menzione degli art.589 e 590 del codice penale del vaccino?
Vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione che configura a mio avviso una vera e propria mostruosità giuridica.
Il secondo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione non riguarda il problema medico del vaccino, ma quello politico del lasciapassare, che non deve essere confuso con quello (abbiamo fatto in passato vaccini di ogni tipo, senza essere obbligati a esibire un certificato per ogni nostro movimento). È stato detto da scienziati e medici che il lasciapassare non ha in sé alcun significato medico, ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi. Io credo invece che si possa e si debba affermare anche il contrario, e cioè che il vaccino sia in realtà un mezzo per costringere la gente ad avere un lasciapassare, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare in misura che non ha precedenti i loro movimenti.
I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passate dal modello che si usava chiamare “società di disciplina” a quello delle “società di controllo”, fondate su un controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali, che divengono così quantificabili in un algoritmo. Ci stiamo ormai abituando a questi dispositivi di controllo – ma fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga? È possibile che i cittadini di una società che si pretenda democratica si trovino in una situazione peggiore di quella dei cittadini dell’Unione sovietica di Stalin? Voi sapete che i cittadini sovietici erano tenuti a esibire una “propiska” per spostarsi da una paese all’altro, ma noi dobbiamo farlo anche per andare al cinema o al ristorante – e ora, cosa ben più grave, per recarci sul luogo di lavoro. E come è possibile accettare che, per la prima volta nella storia d’Italia dopo le leggi fasciste del 1938 sui cittadini non ariani, vengano creati dei cittadini di seconda classe, che subiscono restrizioni che dal punto di vista strettamente giuridico – sottolineo giuridico –, non hanno nulla da invidiare a quelle previste in quelle infauste leggi?
Tutto fa pensare che i decreti-legge che si susseguono l’uno all’altro quasi emanassero da una sola persona vadano inquadrate in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo tanto più insidioso in quanto, com’era avvenuto per il fascismo, si compie senza alterare il testo della costituzione. Il modello che viene così progressivamente eroso e cancellato è quello delle democrazie parlamentari, con i loro diritti e le loro garanzie costituzionali e al loro posto subentra un paradigma di governo in cui , in nome della biosicurezza e del controllo , le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti.
La concentrazione esclusiva dell’attenzione sui contagi e sulla salute impedisce infatti di percepire la Grande Trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica e di rendersi conto che, come gli stessi governi non si stancano di ricordarci, la sicurezza e l’emergenza non sono fenomeni transitori, ma costituiscono la nuova forma della governamentalità.
In questa prospettiva è più che mai urgente che i parlamentari considerino con estrema attenzione la trasformazione in corso, che alla lunga è destinata a svuotare il parlamento dei suoi poteri, riducendolo, come sta ora avvenendo, ad approvare in nome della biosicurezza decreti che emanano da organizzazioni e persone che col parlamento hanno ben poco a vedere.

Intervento al Senato del 7 ottobre 2021 di Giorgio Agamben

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Cacciari, stato di emergenza e di eccezione: perché ha ragione

Massimo Cacciari e Giorgio Agamben hanno posto la questione in tempi non sospetti: chi decide come e quando finirà lo stato di emergenza nel nostro Paese? I numeri? Quali? I contagi – con un virus che dovrebbe, almeno secondo la vulgata, diventare endemico e al pari di una normale influenza grazie ai vaccini? – o le terapie intensive? I morti? Come ricorda il sito di Nicola Porro, oramai ci siamo. Il 31 dicembre il governò potrà prolungare l’agonia di un altro mese, e teoricamente non oltre. La legge, o meglio un decreto legislativo del 2008, il numero 1, che disciplina il Codice della Protezione Civile, su questo punto parla chiaro: all’articolo 23, comma 3, precisa che «la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». Tradotto: massimo massimo, se proprio non si riesce a farne a meno, non si possono superare i 24 mesi consecutivi.  Per un nuovo stato di emergenza, bisognerebbe ricominciare da capo la conta, ma – perlomeno – è il caso di discuterne.

Cacciari: “Così lo stato di emergenza diventa stato di eccezione”

Chi non capisce la gravità della questione non ha alcuna sensibilità costituzionale e democratica. È fatto per sottostare a uno stato hobbesiano e autoritario. Come ha spiegato Cacciari qualche tempo fa su La7 da Lilli Gruber: «E’ finito tutto. E’ finito lo stato di diritto. E’ una emergenza perenne. In base a quali algoritmi si deciderà la fine dello stato di emergenza? Visto che le ondate si succedono, andiamo avanti con lo stato di emergenza perenne? Perché così diventa stato di eccezione… Lo stato di emergenza è un concetto da protezione civile mentre lo stato di eccezione è la sospensione di certe garanzie costituzionali…».

Il pericolo è un mandarinato, come ricorda Musso su Atlantico Quotidiano, che cita le parole del filosofo: «Un popolo impotente e, al governo, i Mandarini … concentrazione del potere nell’esecutivo, che è la vera e pericolosissima tendenza di questo momento … pericolosissima, perché è lo svuotamento delle assemblee rappresentative e (ancora di più) di tutte quelle forme di organizzazione autonoma della società civile, senza cui la cosiddetta società civile non ha voce, o ha una voce solo confusacontraddittoriaincompetente e, quindi, non può contare”. Cioè, non la soppressione di Parlamento e sindacati, bensì il loro svuotamento . Per questo, secondo Cacciari, «il regime politico in cui viviamo non ha nulla a che fare con fascismi o autoritarismi di quel genere».

(di Roberto Vivaldelli)

Covid, la vaccinazione non è un dovere ma un diritto: basta col clima da caccia alle streghe

di Luciano Sesta –docente di bioetica e filosofia morale dell’Università di Palermo

“Pur essendo fortemente raccomandata da governi e autorità sanitarie, la vaccinazione anti-Covid rimane in quasi tutti gli Stati del mondo giuridicamente facoltativa, e non può dunque essere considerata né necessariamente immorale (come pensano i no vax), né moralmente necessaria (come pensano i pro-vax).

Ora, in un contesto in cui esiste, formalmente, il diritto giuridico di non vaccinarsi, non si può essere considerati né giuridicamente né moralmente responsabili delle conseguenze che derivano dall’averlo esercitato. Se avvalersi di un diritto comportasse, ipso facto, conseguenze penali o immorali, un simile diritto non esisterebbe nemmeno. Diverso è naturalmente il caso del dovere, giuridico o morale, che io posso avere o non avere al di là del mio diritto di non vaccinarmi. Si tratta del dovere di agire con responsabilità, morale e giuridica, nei confronti degli altri. Questo dovere, sia morale sia giuridico, oggi è previsto e non è quello di vaccinarsi, che è appunto un diritto e non un dovere, ma quello di osservare le norme di prevenzione – mascherina e distanziamento – richieste a tutti, vaccinati e non.

Se, come invece pensano oggi in tanti, il dovere (morale e giuridico) di non danneggiare terzi, e dunque di tutelare la propria e l’altrui salute, potesse essere assolto unicamente tramite la vaccinazione, non esisterebbe per i vaccinati il dovere supplementare (morale e giuridico) di usare la prudenza richiesta anche ai non vaccinati. Questa circostanza accomuna tutti i cittadini nei doveri di solidarietà (mascherine e distanziamento), diversificandoli nei diritti di libertà (vaccinarsi, non vaccinarsi). In questo modo siamo tutti oggettivamente uniti nel contrastare il virus e diversi solo nel modo personale di farlo.

La genesi del “Draghistan”: come la comunicazione crea un regime totalitario

di Gandolfo Dominici – Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese – Università di Palermo – esperto di Cibernetica Sociale – Editor in Chief della rivista scientifica Kybernetes – CV: https://gandolfodominici.it/

“L’Italia è oggi insieme agli Emirati Arabi (monarchie assolute) il paese al mondo dove il cosiddetto “green pass” è esteso praticamente ad ogni attività ed è il primo stato in Europa per limitazioni dei diritti mediante “certificato verde”.  A differenza degli Emirati Arabi però l’Italia è (o dovrebbe essere) una Repubblica Democratica fondata sul lavoro (art. 1 Cost.) sebbene oggi, di fatto, il diritto al lavoro venga subordinato ad un certificato di obbedienza alla politica sanitaria del governo. L’Italia fa anche parte dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa che, con la Risoluzione 2361/21, vieta espressamente  – anche con il voto italiano – qualunque obbligo o pressione per la vaccinazione anche a livello di propaganda mediatica.

Nessuno sembra turbato dal fatto che la stampa – ed i media in genere – impunemente bombardino di insulti senza precedenti – “criminali no-vax” come ha titolato ad esempio Libero – chiunque non si conformi alla politica sanitaria del governo e della sua Cabina di Regia. Inoltre, detta Cabina di Regia, oltre a non essere un organismo previsto dal nostro Ordinamento, non può fare a meno di richiamare – per certi versi – il Comitato per la Salute Pubblica di giacobina memoria. Tutto ciò avviene senza alcun turbamento di quegli stessi campioni dei diritti umani che fino al 2019 giustamente tuonavano: “Mai la paura deve giustificare la cessione dei diritti!” e, che invece oggi, sono i più convinti paladini dell’obbedienza al governo.

E nemmeno li turba dichiarare candidamente che ”l’obbligo vaccinale è libertà”, come in Turkmenistan il cui presidente Gurbanguly Berdimuhamedow (chiedo aiuto per la pronuncia) dopo avere vietato ai cittadini (sudditi?) la tintura per capelli, ha introdotto la vaccinazione Covid obbligatoria per tutti, incurante del fatto che non sia stata ultimata la sperimentazione per gli effetti avversi nel lungo termine

Ma come è avvenuto tutto ciò? Come ha fatto l’Italia, il paese con la “Costituzione più bella del mondo” a diventare il DRAGHISTAN dove tutto è subordinato al dio vaccino?

E’ pensiero comune che le dittature si basino sulla coercizione militare. Ma, se si analizza bene e più in profondità la genesi delle dittature nella storia, si comprende come questa sia una credenza alquanto superficiale e si può notare, allora, come la vera base di ogni dittatura sia la PAURA. Da ciò consegue che, nel mondo globalizzato e iperconnesso attuale, non serva più un’invasione militare per controllare un popolo, piuttosto è indispensabile (o, se preferite, sufficiente) avere il controllo dei mass media che creano quella che sarà la sua realtà percepita.

Come si genera la paura?

La paura si genera costruendo, tramite la comunicazione – che si avvale anche di tecniche che oggi sono basate sulla PNL (Programmazione Neuro Linguistica) –  un nemico da temere e contro il quale bisogna obbedire per combatterlo. Questo nemico può essere un paese avversario, una organizzazione terroristica, una minoranza, una etnia, un virus, oppure – più semplicemente – chi non segua i comandamenti del governo.

In una intervista, rilasciata nel Marzo 2020, il filosofo e psicologo Argentino Miguel Benasayag diceva: “L’epidemia è il sogno del tiranno … è una tirannia triste dove la gente per paura obbedisce ciecamente al tiranno dicendo: non è il tempo di pensare, è il tempo di obbedire!”. L’incubo del regime bio-politico di Focault si realizza.

Ecco dunque spiegata la cieca obbedienza pandemica! La stessa cieca obbedienza per la quale persino Ferruccio Resta, Presidente della CRUI , ha recentemente – ed in maniera preoccupante – affermato lapidario: “L’Università sta con il Governo”. Sottraendo, quindi l’Università alla sua storica e legittima collocazione quale luogo del libero pensiero, per renderla strumento di una intellighenzia strumentale al potere.

E’ su tali basi che i popoli occidentali hanno dimenticato, in poco tempo, secoli di diritti e le battaglie per ottenerli, accentando “restrizioni” draconiane e distopiche che (alla luce dei dati comparati ora disponibili) si sono rivelate inutili se non dannose sul piano sanitario, oltre che sociale ed economico. Secoli di stato di diritto andati in fumo con DPCM e decreti a cui solo pochi, per ora invano,  hanno tentano invano di opporsi.

Negli ultimi due anni abbiamo visto come, tramite i media, è avvenuta la prima guerra di manipolazione di massa della storia.

La Libertà, da diritto inviolabile, è divenuta “vizio” se non addirittura “psico-reato” orwelliano.  Frasi del tipo: “non si possono consentire pericolose libertà!” sono divenute frequenti su tutti i media.

Come è potuta avvenire questa trasformazione totalitaria?

I regimi totalitari nascono come un cancro della democrazia e si basano sul consenso delle masse. Il formarsi della neoplasia costituita dall’odierno totalitarismo post-democratico si fonda sulla manipolazione delle masse.

Cosa vuol dire manipolare?

La manipolazione delle masse utilizza, in modo distorto, la psicologia umana e sociale e, attraverso le informazioni, le comunicazioni, e soprattutto le emozioni, realizza una costruzione sociale della realtà che sia confacente alle esigenze di un regime.

Un anno intero tra lockdown e coprifuoco ha escluso le masse dalla realtà sociale fisica proiettandole quasi integralmente in una realtà virtuale plasmata ad hoc dai media controllati dal regime.

Il bombardamento mediatico ha reso possibile il cambiamento del linguaggio, che –  come asseriva Wittgenstein –  è il “mediatore” della costruzione della realtà, o in modo più adeguato, del rapporto che lega l’uomo, la sua azione e il contesto in cui egli vive. Cambiando il linguaggio cambia anche il pensieroe si stabiliscono i confini tra ciò su cui è consentito dibattere e ciò che è “blasfemo”!

Con ciò giungendo (ad esempio) a bollare come inutile e pericoloso (quindi blasfemo) il proporre test salivari gratuiti per tutti (vaccinati e non) – stigmatizzando la (evidente) maggiore sicurezza che i test comportano – poiché tale proposta implica una non piena fede nel dio vaccino e in chi lo amministra.

Il grado di paradosso cui è giunta la nostra società è tale che il romanzo di fantascienza di Orwell “1984”, possa oggi ritenersi un manuale di Scienze Politiche.

In 1984 troviamo sia la costruzione della realtà sociale con il cambiamento del  linguaggio (neo-lingua), sia l’inversione semantica del bis-pensiero (La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza). Infatti è oggi chiaramente ravvisabile l’utilizzo dell’inversione semantica in frasi di quasi tutti i politici e dei molti araldi del regime (indegnamente chiamati giornalisti), del tipo: “l’obbligo è libertà” o “chiudiamo oggi per riaprire domani”, etc

Anche le statistiche ed i dati (spesso interpretati da gastroenterologi e veterinari) si rivelano regolarmente sballati e contraddittori ed evidenziano una similitudine con il bollettino della “Guerra all’Eurasia” che leggiamo nelle pagine di 1984. Come in quel libro, i bollettini di contagio continui fanno parte della creazione della paura; mediante tale costruzione mediatica (che diviene realtà), vediamo, ad esempio, che gli asintomatici si trasformano in “casi” ed i casi – in quanto tali – vengono propagandati quali prossimi alla morte.

Un’altra tecnica, tipica del totalitarismo, è la demonizzazione e disumanizzazione del nemico. Persone con cui prima condividevamo la vita quotidiana ci vorrebbero morti con frasi del tipo: “spero che chi non si vaccina finisca intubato!” oppure “chi non rispetta le regole del governo deve essere escluso dalla società e dai servizi!”. Il nemico può cambiare a seconda delle esigenze del regime che controlla la narrazione: si è passati dunque dai runneruntori, a chi fa i festini o prende l’aperitivo, ai novax criminali.

Peraltro, come evidenziato da fonti mai tacciabili di antisemitismo, la retorica utilizzata è del tutto analoga (e a volte anche peggiore) di quella del periodo nazi-fascista. Basta andare a prendere le prime pagine dei giornali di quel periodo e paragonarli con quelli odierni per rendersene conto. In questo quadro, la distinzione tra pro e no vax non è altro che un riuscitissimo strumento di controllo delle masse.

Da quanto sopra discende come la vaccinazione periodica (si parla già di terza dose e magari quarta all’infinito come in Israele) che il governo (si badi bene, non lo Stato) auspica perché sia concesso il lasciapassare green, non sia che un altro metodo di controllo sociale, sia per l’ovvio tracciamento digitale che ne deriva, sia per rendere l’individuo assoggettato a “dosi” dette  “immunizzazioni” – pur essendo risaputo come essi non possano evitare la trasmissione del virus SarsCov2 – somministrate potenzialmente all’infinito con effetti (in parte) imprevedibili a carico del sistema immunitario dei “sudditi” che potrà divenirne dipendente .

Ma perché c’è chi viene manipolato e chi no?

Per rispondere a tale quesito mi vengono in aiuto i diversi esperimenti di psicologia sociale che, da oltre 10 anni, espongo ai miei studenti per spiegare il comportamento umano (riferito – nelle materie che insegno – al comportamento del consumatore).

Il primo di questi è l’esperimento di Solomon Asch del 1951.

L’esperimento prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 complici dello sperimentatore, si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva esposto come un esercizio di percezione visiva. Venivano mostrate, a più riprese, delle schede con tre linee di diversa lunghezza  e si domandava ai soggetti, cominciando dai complici, quale fosse la linea più lunga o più corta. Dopo un paio di risposte veritiere, dalla terza serie di risposte in poi i complici incominciavano a rispondere in maniera concorde tra loro ma palesemente errata. Il vero soggetto esaminato, che doveva rispondere sempre per ultimo, in circa ¾ dei casi rispondeva in maniera scorretta conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza dei complici. Solo circa ¼ continuava a rispondere secondo ciò che pensava non conformandosi.

Calando questo esperimento nella nostra realtà, in una situazione in cui tutti i media – a reti unificate – insistono nel proporre le stesse false/parziali/manipolate informazioni in non casuale assenza di contraddittorio, diveniamo dunque noi i soggetti sperimentali dell’esperimento di Asch che trova oggi – in tal modo – una drammatica conferma su larga scala.

Come nasce la discriminazione e come la si rende accettabile?

Un altro esperimento di psicologia sociale, che come vedremo sta iniziando a livello di massa in questi giorni, è quello della “Classe divisa” di Jane Elliott; ideato all’indomani dell’assassinio di Martin Luther King per provare gli effetti della discriminazione.

Elliot prese in carico una classe di scuola e indicò i bambini con gli occhi chiari come un gruppo “superiore” e quelli con gli occhi scuri come gruppo “inferiore”. Portò allora in classe dei collari marroni e ordinò ai bambini con gli occhi chiari di metterli al collo dei loro compagni con gli occhi scuri per identificarli più facilmente come appartenenti alla “minoranza inferiore”.  I bambini con gli occhi chiari avevano dei privilegi: accesso alla nuova palestra cinque minuti in più di ricreazione, etc. I bambini con gli occhi chiari vennero inoltre invitati a giocare solo tra loro, snobbando quelli con gli occhi scuri. L’insegnante rimproverava spesso solo i bambini con gli occhi scuri. Per convincere i bambini con gli occhi chiari della inferiorità di quelli con gli occhi scuri, la Elliott disse loro che gli occhi chiari erano scientificamente legati ad una maggiore intelligenza e bontà d’animo. I bambini “superiori” divennero arroganti, prepotenti con  i loro compagni “inferiori”. I bambini “superiori” avevano un rendimento scolastico superiore rispetto a quelli “inferiori” discriminati.

Oggi è ricominciata la scuola in presenza, la prima domanda che, in gran parte delle classi delle scuole superiori, gli insegnati hanno fatto è stata: “Alzi la mano chi è vaccinato!” Ecco in corso l’esperimento di Elliot su larga scala, ne vedremo presto gli effetti!

Attualmente, con il SuperPass del magnifico e super acclamato leader SuperMario Draghi, in Italia (Draghistan) ci troviamo dunque di fronte al più vasto ed articolato esperimento sociale di discriminazione della storia. La “superlatività” di tale esperimento non è dovuta alla sua efferatezza – si ritiene oltremodo improbabile, se non impossibile, che si possa arrivare ai campi di stampo nazista, o ai più recenti e più diffusi campi di rieducazione comunisti – bensì alla sua capillarità, estensione e precisione, oggi possibile grazie a tecnologie impensabili novanta anni fa.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria apartheid che è, solo apparentemente, basata sulle scelte mediche (vaccinato-non vaccinato) poiché infatti sottende l’obbedienza o meno ai precetti (per ora sanitari) del Governo. Il lasciapassare “concede” quelli che un tempo erano diritti fondamentali inviolabili ed inalienabili ed il pieno diritto di cittadinanzasolo a chi ottempera a determinati ordini decisi dal governo, relegando gli altri al ruolo di devianti che,  in quanto tali,  siano da considerarsi reietti e pericolosi.

Oggi è il vaccino, domani sarà il ranking sul comportamento “green” (la scelta italiana del nome “green pass” sarebbe dunque spiegata), poi magari servirà perché il cittadino possa avere accesso al voto o potrà essere revocato per un ritardo nel pagamento delle imposte (da “evasori vaccinali” a evasori fiscali il passo è breve).  In altre parole potrà essere utilizzato per qualunque altra azione il governo vorrà imporre ai “sudditi” che solo tramite l’obbedienza assurgono al rango di “cittadini”.  Si tratta di una coercizione apparentemente non violenta dal punto di vista fisico ma molto più efficace di quella fisica.

Nel Draghistan del SuperPass di SuperMario Draghi è stato ormai sdoganato il principio che la libertà non è più un diritto innato e inviolabile di tutti, ma che, insieme ad altri, diritti debba essere “concessa” previo ottenimento di un certificato digitale di obbedienza al governo.”

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alcune riflessioni in tema di emergenza, diritto e diritti, dopo due anni di “pandemia”

Da ormai due anni siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di notizie, a cui sono seguiti provvedimenti di tutti i generi, quasi tutti liberticidi, poco spiegati e poco ortodossi sotto il profilo formale e sostanziale (iniziati con i famigerati DPCM) che dovrebbero imporre al cittadino, ancor più se si occupa di temi giuridici, fondamentali riflessioni sul periodo che stiamo attraversando.

Non si tratta di essere no vax o pro vax (il vaccinarsi deve rimanere scelta individuale a fronte di trattamenti di cui si ignorano gli effetti futuri), categorie folli che hanno l’unico scopo di contrapporre, si tratta semplicemente di interrogarsi su ciò che sta accadendo, sulle ragioni che lo giustificano, sulla compatibilità delle scelte poste in essere da chi governa con i pilastri del nostro ordinamento e sulle evidenze dei dati che sono sottesi a quelle scelte.

Di una democrazia possono essere mantenuti i simulacri e svuotati di significato gli strumenti che dovrebbero competere ai cittadini  quello stato: non sarà inutile chiedersi quanto, in tutti questi anni,  le scelte dei cittadini al momento del voto abbiano effettivamente inciso sulle sorti di questo paese.

In questa sezione compariranno dunque articoli tratti dal web o commenti ai singoli provvedimenti che possano essere di stimolo all’utilizzo dei propri neuroni, interventi non necessariamente tutti condivisi e condivisibili, ma che spingono a riflettere (e per tal ragione saranno evitati con cura sia gli integralisti del vaccino che i fautori delle scie chimiche…).

© Massimo Ginesi 21 settembre 2021